Il Convegno “Arkitektet dhe inxhinjeret italiane ne shqiperi /
Architetti e ingegneri italiani in Albania” tenutosi nell’Università
Politecnica di Tirana il 5 e 6 dicembre 2011 è il terzo di una serie inaugurata
nel 2007 da The Presence of Italian
Architects in Mediterranean Countries - First International Conference.
Per evitare interpretazioni errate, è opportuno
precisare che oggetto principale di studio di questi convegni non è
l’architettura “coloniale” ma uno dei patrimoni condivisi più cospicui
dell’area mediterranea. Non è corretto assimilare a queste architetture
coloniali quelle edificate dagli italiani nel Dodecaneso, non solo perché le
isole dell’Egeo erano un possedimento e non una colonia, ma anche perché
radicalmente diverso era il compito assegnato alla pianificazione urbanistica e
all’architettura.
Mentre nelle colonie gli organismi urbani
rinnovati e i nuovi tessuti edilizi assecondavano un disegno di segregazione,
nel Dodecaneso essi dovevano rappresentare la nuova identità italiana di quei luoghi, che poteva anche tollerare
la convivenza con concessioni al genius
loci (di cui recano esemplare testimonianza le opere di Florestano Di
Fausto), giustificate da una comune matrice mediterranea.
Per molti versi le architetture costruite durante
l’occupazione fascista in Albania sono accostabili a quelle del Dodecaneso per
l’esplicita intenzione di imprimere una impronta di italianità alle città
albanesi, senza peraltro trascurare di recuperare nelle nuove edificazioni alcuni
caratteri, stilistici e costruttivi, dell’edilizia locale.
È comprensibile che, dopo la seconda guerra
mondiale, queste architetture siano state percepite come il lascito di una
occupazione straniera. Negli ultimi trent’anni le pregiudiziali ideologiche
hanno lasciato il posto a una valutazione più serena di questo lascito,
valutato nella sua consistenza patrimoniale e nelle peculiarità dei suoi
processi costitutivi.
Architetti
e ingegneri italiani in Albania, a cura di Milva Giacomelli e Armand Vokshi,
Edifir, Firenze 2012
Contenuti:
- Artan Shkreli, Gli albori di Tirana Capitale e Armando Brasini
- Elisabetta Procida, I progetti di Armando Brasini “Architetto onorario del Governo d’Albania”
- Ulisse
Tramonti, Florestano Di Fausto. Dal Dodecaneso all’Albania attraverso Predappio
Maria Concetta Migliaccio, Identità e architettura nell’esperienza albanese di Florestano Di Fausto - Ezio Godoli, Progetti per la SVEA (Società per lo sviluppo economico dell’Albania): documenti dagli archivi di Luigi Luiggi e Guido Fiorini
- Diego Caltana, Francesco Krecic, Le Assicurazioni Generali in Albania: sedi di rappresentanza e politiche immobiliari fino al 1945
- Armand Vokshi, Gherardo Bosio: le opere in Albania
- Riccardo Renzi, La Casa del Fascio di Tirana
- Milva Giacomelli, I progetti di Cesare Valle per l’Albania
- Paola Ricco, L’attività dell’Ufficio Centrale per l’Edilizia e l’Urbanistica dell’Albania dalle carte d’archivio di Ferdinando Poggi e Ivo Lambertini
- Frida Dragusha Dibra, Le caratteristiche architettoniche dell’Albergo di Caccia nell’Isola di Alessio e il suo rapporto con l’ambiente tradizionale albanese
- Cristina Pallini, Annalisa Scaccabarozzi, Tre progetti per l’Albania realizzati dalla società Sogila
- Ettore Sessa, Sistemazione degli spazi urbani e politica dell’immagine fascista nell’Albania degli anni Trenta
- Eliana Mauro, L’architettura dei giardini del Ventennio in Albania
- Florian Nepravishta, Il progetto di Giulio Bertè per la villa Nepravishta
- Maria Adriana Giusti, “Villa Reale” di Tirana: architetture, giardini, arredi, opere d’arte, dai progetti del ventennio al progetto di restauro
- Susanna
Caccia, Tutela e valorizzazione dell’architettura del Novecento in Albania: un
percorso di musealizzazione nella città di Tirana






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